"Fermo restando – continua la nota - che l'amministrazione salvaguarda i livelli occupazionali, ridistribuendo i lavoratori negli altri centri, non ci sembrano queste le modalità con cui affrontare una questione delicata, che coinvolge gli operatori e tutto il lavoro fatto con l'utenza fino a questo momento, anche in connessione con il territorio. Si ha l'impressione che, piano piano, l'Opera, tradendo la propria mission, voglia dismettere il modello "semi residenziale" in favore della riabilitazione ambulatoriale che però, oltre a non rispondere alle esigenze degli utenti con disabilità più gravi, che peggiorano all'aumento dell'età, avrebbe ricadute negative anche in termini occupazionali. Su questo, riteniamo necessario aprire un confronto complessivo e coinvolgendo la Regione Lazio, per evitare che per scelte amministrative, anche legate alle remunerazioni delle prestazioni, si dismettano realtà importanti e si compromettano i percorsi riabilitativi"."Siamo vicini alle famiglie che stanno combattendo una difficile battaglia e al fianco degli operatori chiediamo che tutta questa operazione venga fatta con maggiore trasparenza e con garanzie più solide, nel rispetto dei diritti degli utenti e dei lavoratori", concludono i rappresentanti di categoria di Cgil Cisl e Uil.
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